La pianta "Ficus carica" ha origini molto antiche che la fanno collocare in Medio Oriente. Lo stesso epiteto "carica" fa riferimento alle sue origini in Caria, regione dell'Asia Minore. Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Palestina ed Egitto e in seguito in tutto il bacino del Mediterraneo.

Dopo la scoperta dell'America si diffuse anche in quel continente, poi in Sud Africa, in Cina, in Giappone ed infine in Australia.

Oggi i fichi vengono coltivati in molti Paesi: Stati Uniti, Grecia, Turchia, Spagna, Portogallo e Italia sono i principali.

In realtà quello che noi definiamo frutto del fico è tecnicamente una infruttescenza, mentre i veri frutti sono all'interno, quelli che noi chiamiamo comunemente semi.

Benché originari dell'Asia, i fichi possono essere considerati uno dei tesori alimentari del Mediterraneo. Coltivati da tempi antichissimi in Egitto e Mesopotamia, gli alberi di fico sono diventati un elemento comune del paesaggio mediterraneo e i loro frutti, sia freschi che disidratati, sono ampiamente usati nelle preparazioni culinarie dolci e salate.

Conosciuto è il detto "fare le nozze coi fichi secchi" il cui significato è voler fare qualcosa senza averne i mezzi necessari.

Le varietà coltivate sono circa 700, a buccia bianco-verde-giallina, a buccia verde, a buccia verde con sfumature violacee, a buccia viola chiaro e viola scuro. Le varietà a buccia scura vengono consumate soprattutto fresche o trasformate in confetture. Le varietà a buccia bianca, oltre che per il consumo fresco, sono destinate soprattutto all’essiccazione. Tra le varietà bianche più pregiate c’è la Dottato, coltivata nel Centro Italia, nel Sud e nelle Isole, con una produzione piuttosto intensa nel Cosentino.

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Ai piedi delle Alpi Apuane, Carrara rappresenta una realtà unica al mondo per le sue cave di marmo. L'”oro bianco delle Alpi Apuane”: così è definito il marmo di Carrara, pregiatissima pietra con cui sono state realizzate opere importanti e che ha reso grande questa città, ormai da secoli votata alla sua estrazione e lavorazione.

Uno dei primi popoli che si avventurò nell’estrazione del marmo furono i Romani che, inserendo travi di legno di fico all’interno delle fessure naturali della roccia, riempivano queste di acqua fino a impregnarle completamente e provocare la spaccatura della roccia. Questa tecnica di estrazione è rimasta invariata, se non con piccole variazioni, fino al Rinascimento quando Michelangelo iniziò a frequentare la zona di Carrara per scegliere direttamente la materia prima per le sue opere: è da Carrara, trasportato lungo l'Arno, che proveniva il blocco a partire dal quale il Maestro scolpì il celebre David.

Il marmo diventa così una materia prima importante per la costruzione, l'arredo e la decorazione di achitetture pubbliche e dimore patrizie.

Ancora oggi valenti artisti ed artigiani lavorano con maestria questo materiale, realizzando stupende opere d’arte ed oggetti decorativi che diventano veri e propri complementi d’arredo.

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